Avete mai sentito parlare del compostaggio domestico? Sicuramente in ambito ecologico è una composizione di termini ad uso frequente; con compostaggio domestico s’intende un processo con il quale è possibile procedere allo smaltimento dei rifiuti in maniera autonoma.
Per poter eseguire il compostaggio domestico è necessario avere un giardino e quindi dei rifiuti derivanti dalla manutenzione dello stesso: foglie, erbe essiccate e o residui della potatura e simili, ma anche del letame e liquami biodegradabili; inoltre si possono unire tutti i rifiuti organici della cucina.
Si tratta di una forma di smaltimento rifiuti assolutamente ecologico che permette di trasformare questi elementi in concime naturale.
Per eseguire il compostaggio domestico è necessario possedere un contenitore specifico chiamato compostiera, all’interno della quale vanno inseriti i rifiuti sopra citati. La compostiera si può anche comodamente prendere in comodato d’uso in maniera gratuita presso le aziende che si occupano del compostaggio domestico, e secondo anche la regione di provenienza, se non la si vuole acquistare e sostenere il costo a questo correlato.
Tramite l’azione dei batteri e dei funghi sprigionati dalla composizione creata appunto dal procedimento del compostaggio domestico, si ottiene così quella miscela che come detto può essere usata come fertilizzante dei terreni.
Usare il compostaggio domestico è una soluzione ecologica perché si risparmia in termini di costi sui rifiuti da destinare agli inceneritori e quindi al complesso procedimento che ne deriva; inoltre si riduce anche la quantità destinata al contenimento dei rifiuti nelle discariche.
Il compostaggio domestico può essere racchiuso in tre fasi principali:
- Fermentazione
- Maturazione
- Decomposizione
Nella prima fase, quella della fermentazione, svolge un ruolo importante l’ossigeno e l’innalzamento della temperatura del composto; nel contenitore infatti grazie all’azione dei batteri si innesca un meccanismo tale da far alzare appunto la temperatura anche sui 50 e 60 gradi. Le elevate temperature permettono di distruggere eventuali agenti patogeni dannosi e le uova dei parassiti presenti sui rifiuti derivanti dal giardino. In questa prima fase è importante che il composto sia rivoltato più volte affinché questa fase coinvolga bene tutto l’intero composto.
La maturazione avviene dopo circa 30 o 60 giorni da quando sono stati uniti tutti i rifiuti e sono stati collocali nel luogo designato al compostaggio. In questa seconda fase la temperatura inizia a scendere anche sotto i 40 gradi. Questo è un processo molto lungo che può durare anche dai 6 agli 8 mesi; avviene che i funghi e gli attinomiceti agiscono sui rifiuti più resistenti e difficile da portare a maturazione. Avviene la decomposizione così di tutti i rifiuti presenti nel contenitore del compostaggio.
Infine avviene la terza fase quella della decomposizione finale, in cui la presenza dei microrganismi del suolo tra cui acari, collemboli, lombrichi e simili agiscono su tutta l’intera massa dei rifiuti sminuzzandone e accelerandone appunto la decomposizione. Al termine di questa fase si noterà che il volume iniziale del composto si è ridotto notevolmente, anche di 6 o 7 volte rispetto alla massa iniziale.
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