Al giorno d’oggi il mondo industriale non può fare a meno di mettere in atto soluzioni innovative mirate alla sostenibilità ambientale. Il nostro Pianeta sembra sempre più vicino al collasso tra emergenze idriche, incendi e pandemie di portata globale. È indubbio che ci troviamo dinanzi ad uno scenario piuttosto grave, che pone l’industria dinanzi alla necessità di valutare soluzioni alternative ai materiai ad alto impatto ecologico.
L’insostituibilità della plastica nelle nostre vite
Come riportato su questo focus sui materiali biocompatibili di barreantistatiche.it, l’utilizzo ingente della plastica sembra insostituibile. La versatilità di questo materiale permette di adattarlo a qualsiasi settore, da quello elettronico a quello alimentare, motivo per cui sembra impossibile farne a meno. Eppure qualche soluzione esiste già come dimostrano i numerosi studi compiuti in campo innovativo e tecnologico dal momento che, in ogni parte del globo, sono in corso di progettazione di materiali a basso impatto ambientale con caratteristiche biocompatibili. Ci riferiamo alle bioplastiche che, molto presto, potrebbero sostituire integralmente le tradizionali plastiche impiegate per imballaggi, componenti e produzioni di vario genere.
Perché non possiamo fare a meno della plastica? E perché dovremmo?
La plastica è un materiale irrinunciabile perché è versatile, leggera e facile da modellare. È in grado di resistere a urti, graffi, prodotti chimici, cambiamenti di temperature e umidità Peraltro è tra i materiali più economici e può essere personalizzata in spessore, colore e forma.
Potrebbe essere considerato un materiale compatibile con l’ambiente perché riciclabile infinite volte e perché, per molti anni, ha permesso di evitare lo sfruttamento di altri materiali naturali come vetro, carta e legno. Tuttavia la produzione di plastica ha vissuto un boom produttivo incontrollato che è passato da poco più di due milioni di tonnellate negli anni cinquanta a quasi cinquecento milioni di tonnellate nel 2015.
Finalmente sono arrivate le bioplastiche!
Tali quantità abnormi di plastica, peraltro, non sono state smaltite correttamente o riciclate e questo ha causato l’ingente danno ambientale di cui tutti siamo a conoscenza. Ecco perché risulta necessario adottare, con una certa urgenza, materiali compatibili con l’ambiente e, quindi, capaci di dissolversi senza causare danni all’ecosistema. La soluzione potrebbe risiedere nell’utilizzo di bioplastiche, ovvero plastiche biodegradabili. Secondo i più recenti studi a livello europeo, fortunatamente, sono sempre di più le aziende che decidono di adottare questi materiali, soprattutto nell’ambito dell’imballaggio.
Le bioplastiche possono comunque causare sprechi
Questi materiali rispondono efficacemente alle esigenze di tutela ambientale ma, avendo origini plastiche, sono ugualmente caratterizzati dal fenomeno dell’accumulo di cariche elettrostatiche. Questo significa che per evitare sprechi di produzione tipici degli ambienti industriali che impiegano materiali a carica neutra, occorre agire su più fronti per preservare il Pianeta. Da un lato c’è l’esigenza di ridurre drasticamente l’impiego della plastica di largo consumo mentre, dall’altro, c’è quella di ridurre gli sprechi di risorse adottando soluzioni come le barre ionizzanti.
Queste servono a dissipare gli accumuli di carica elettrostatica che, nelle industrie, causano lotti fallati, danni ai macchinari e spiacevoli incidenti durante la produzione. Sono la soluzione più interessante sul mercato proprio perché trova applicazione in ogni azienda produttiva che lavori plastica o bioplastica e che necessiti di un rimedio risolutivo al problema delle cariche elettrostatiche. Dopotutto bastano soluzioni semplici per contribuire alla salvaguardia ambientale, sia dal lato dei consumatori che in quello produttivo, perché sono i piccoli cambiamenti che danno vita alle più grandi rivoluzioni.