Si parla molto di transizione ecologica, di svolta green, della necessità di sposare uno stile di vita più sostenibile. Vale per i singoli, per le aziende, per i governi. Tutti devono fare la loro parte. Per le aziende, oltre ad una crescente sensibilità, c’è senza dubbio da mettere sul piatto anche un notevole ritorno di immagine e quindi un potenziale aumento di fatturato. Il consumatore apprezza le scelte green dei produttori e tende a premiarli.
Uno dei settori che crea più rifiuti, non sempre facili da gestire e smaltire è quello del packaging. Parliamo sia degli imballi industriali, che delle confezioni che arrivano sugli scaffali dei negozi e a seguire nelle case dei consumatori. Scatole e imballaggi pesano, occupano spazio, costano, potenzialmente inquinano. Vanno trovate soluzioni. Alcune sono allo studio, altre sono già utilizzate con successo da aziende grandi e piccole.
Una possibile strada è quella di ridurre, o addirittura di eliminare buona parte dei contenitori, vendendo prodotti sfusi, questo è possibile in molti casi e già viene fatto per il latte, il vino, l’olio, i detersivi, i cereali, ecc. Un altro approccio interessante è quello di usare confezioni riutilizzabili, che possono avere due o più vite. Sacchettiditessuto.it è specializzata nella produzione di packaging in tessuto, come sacchetti in juta, sacchetti di stoffa per il settore B2B ed è un ottimo esempio di quanto fin qui scritto. Crea imballaggi adatti a tantissimi mercati differenti: dall’alimentare alla cosmesi, passando per la moda. Oltre ad avere un packaging che può essere riutilizzato e che quindi fa risparmiare, si rende utile e non diventa subito un rifiuto, un altro valore aggiunto dei sacchetti è che la loro produzione è 100% Made in Italy e che sono altamente personalizzabili: dal tessuto usato, al colore e alla loro forma.
Packaging sostenibile, la situazione italiana
In Italia, nel 2019 sono stati prodotti 3 milioni di tonnellate di packaging, un peso che fa impressione e che impatta sulla salute del pianeta. Il movimento Fridays for Future di Greta Thunberg e la crescente sensibilità a livello globale, anche in seguito ai cambiamenti sociali imposti dalla lotta alla pandemia, spingono su un cambio di rotta.
Molti consumatori, già oggi sono disposti a pagare qualcosa in più per prodotti con un packaging più sostenibile. Le aziende non possono non tenerne conto. Il consumatore del futuro, sarà con ogni probabilità sempre più attento a queste tematiche.
Oggi meno del 25% delle confezioni sugli scaffali della GDO riportano in Italia corrette ed esaustive indicazioni sullo smaltimento. Questo significa che molte confezioni verranno inevitabilmente smaltite male, impattando sull’ambiente.
Si stima che il mercato del packaging sostenibile crescerà di circa il 43% entro 5 anni. Nei prossimi decenni gli sforzi delle aziende non saranno rivolti solo al dotarsi di packaging sempre più green, ma anche nel comunicare efficacemente le proprie scelte per farle percepire come un valore aggiunto significativo.
Per i clienti sarà sempre più importante sentirsi attivamente impegnati nella riduzione dell’impatto ambientale e le aziende che comunicheranno meglio la propria anima green, non potranno che averne un positivo impatto sul business. Da uno sforzo economico e tecnologico ci si sposterà quindi gradualmente verso un impegno sul fronte del marketing. Già oggi chi ha scelto confezioni interamente riciclabili, riutilizzabili o comunque meno impattanti, lo comunica e ne trae i relativi benefici, che spesso consentono un rapido rientro delle spese sostenute.